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Origine del nome



Origine del nome " ROBURENT, " IL ROBURENTELLO
Maestro Severino Bellino - Roburent, 1 ottobre 1983.

Nel corso di appena una decina di Km, il Roburentello lambisce territori di quattro Comuni: Roburent, Pasmparato, Torre e Montaldo. Nato dalle falde dell'Alpet, scorre, tra due barriere verdi di frassini e di ontani, fino al suo affluire nel Corsaglia, nei pressi di Torre. Le sue acque con quelle del Corsaglia e, poco più a valle, del Casotto, raggiungono il Tanaro a Niella.
Lo scroscio continuo del torrente specie se ingrossato pei disgeli primaverili e piogge prolungate suggerì, ai primi abitatori locali, il nome onomatopeico, rapportato al dialetto, di Rivus Brugens. A metà dei suo corso sorse il Paese con il Castello, denominato subito « Castrum Rivobrugenti ». Così è chiamato in una Bolla del Papa Eugenio III, indicante i confini Sud della diocesi di Asti, nel 1153.
Con varie modificazioni il nome del torrente passò ad indicare il Paese: Roburento nel 1211; Rebulento nel 1558; ancora Roburento nel 1662; Roburent nel 1731; di nuovo Roburento nel 1940 e infine Roburent con D.P.R. n. 1109 in data 11 luglio 1952. Ritengo che quest'ultima denominazione resterà definitiva.
Roburent( pronunciato sdrucciolo con la «o» stretta) è sicuramente imparentato col suo torrente. Dopo averne derivato il nome glielo restituì nel più elegante appellativo di Roburentello, archiviando antichi nomi come: « Rivus Brugens » « Ribruentum » e « Ribruentellum »...
Non tutti concordano sull'origine del nome del Paese. C'è chi vuole gli venga dalla gagliardia (latino « robur ») dei suoi abitanti, come indicherebbe lo stemma del Comune che riporta accanto alla Torre. Feudale un giovane che abbatte un toro.
Il «Dizionario Enciclopedico dei Comuni d'Italia» afferma invece: «Roburent deriva il suo nome certamente dai boschi di rovere (« quercus robur ») da cui era anticamente ombreggiato ».
La portata del Roburentello fu impoverita con la captazione di tre grosse sorgenti: del « Fontanin soprano » nei pressi di S. Luigi (San Lis); del « Fontanin sottano » Presso le case Garian e la sorgente della Casera a Montaldo, destinate nel 1925 1930 alle Briaglie e a Mondovì.
Il Roburentello era tutto un mondo per il Paese nei tempi andati. Pescos o, era assai frequ entato da pescatori locali e forestieri. Le massaie, pur con disagio, non disdegnavano di accedere alle sue rive per sciacquare i loro bucati odoranti di ranno.
L'ecologia fluviale e torrentizia non aveva ancora sentito il bisogno d'una legge « Merli », anche se qualche bruttura finiva, come si diceva, nel « fossato ».
Il consumismo degli anni sessanta, moltiplicando a dismisura brutture e rifiuti raggiunse purtroppo il Roburentello. Poi lo scempio finì. Una nuova coscienza di rispetto e amore per l'ecologia ambientale, fa sperare un ritorno ad acque limpide e chiare per la gioia dei pesci e dei pescatori.
Il « SAVIN » formula voti perché i 7 ponti sul torrente (antichissimo quello sotto la « Predera ») non diano passaggio che ad acque liete e vitali.

Quanto segue non è più storia , ma un'appendice con alcuni brani di corrispondenza intercorsa, con riferimento al Roburentello, con mio fratello Guido residente a Savona.
In risposta ad una sua lettera del giugno '77 nella quale, rievocando il torrente, scriveva: « ... Oh, dolci, cari ed indimenticabili gorghi del Roburentello! » (aveva in mente forse i gorghi: del Fagiolo, del Noce, dell'Ula, della Cascia, del Prete ... ), così commentavo:

C'era una volta (questo è pur vero) un torrentello fresco e ciarliero.
Scendeva a valle, negli occhi il sole!
Lo profumavan primule e viole.
Poi la gran sete di Mondovi le sue sorgenti scoperse un dì.
Si strinse un poco il torrentello ma fu ancor sempre Roburentello!
Anche se meno l'acqua fluiva come la inviava polla sorgiva.
Tutto ancor mondo, tutto ancor bello, eri... qualcuno, Roburentello!
Poi il progresso, qual sciolta fiera, ti ha trasformato in pattumiera.
Trasporti scarpe, vesti a brandelli, rifiuti vari, non sempre belli
Chi or discende sulla tua riva e non ritrae la faccia schiva
dallo spettacolo pietoso, orrendo' che va ogni giorno più ancor crescendo.
C'era una volta, e nella mente,
continua ad esser di molta gente
C'era una volta... Sì questo è vero.
Vien, Guido, e osserva: è un cimitero
Con più alta vena e glossando i versi:
« C'era una volta e nella mente continua ad esser di molta gente.' »


Guido riprese nell'estate 1978 il tema Roburentello.

Ché la bellezza che aveva allora,
era nelle alme che l'alba indora:
era negli occhi che san vedere senza zavorre del gran Sapere!
Era nei cuori fidi ed ignari dei dì venturi torbidi e amari!
Era quel dolce, placido rio, nel gran Creato, voce di Dio!
Ecco, o mio caro Roburentello, perché eri grande, perché eri bello.
Tu riflettevi, con gran chiarezza, come uno specchio, la giovinezza!
A chi in tua onda tergea le mani davi vigore per l'indomani...
A chi veniva per dissetarsi davi pur l'ombra, per riposarsi, scura e frusciante di nuovi arcani, dei tuoi cespugli, dei tuoi ontani!
Se la dispensa poi era vuota tu generoso, davi una trota.
Sulle tue sponde, già fin da
Lisi, tessean arazzi viole e narcisi!
Nei tuoi anfratti muschiosi, in volo, sfrecciava al nido merlo acquaiolo...
Poiane, gazze, la capinera si dissetavan prima di sera.
Poi, con le ombre, sopra il ruscello era il dominio del pipistrello!
Sui praticelli delle tue sponde brucavan lepri gaie e gioconde.
Pure le volpi ed anche il tasso spegnean la sete tra sasso e sasso.
Nelle ore afose del Solleone tu eri mare, spiaggia, ombrellone.
A te correan grandi e piccini pur senza pinne, senza bagnini!
Mancando, in casa, docce e tinozze,
Roburent corre ai gorghi, a pozze, che, gratis, offre, senza balzello, il grande amico Roburentello!
Presso i tuoi limpidi e freschi umori quanti son nati teneri amori?
Taci: non dirlo! Resti il mistero, anche se un tempo eri ciarliero!
Taci: la gente più non ti ascolta;
Troppo è opulenta appié d'una volta!
T'han rapinate le polle a monte,
Poi inquinato da ponte a ponte!
Muore la trota, muore il fringuello...
Tu pur sei vecchio, Roburentello!
Ma, nel mio cuore, nel mio pensiero, tu resti sempre fresco e ciarliero!
Resti richiamo d'antico nido,
Per l'ormai vecchio tuo amico Guido.

Per contestare il verso: « Tu Pur sei vecchio Roburentello » ed affermare, invece, la sua eterna giovinezza, riprendevo, alcuni mesi dopo, l'argomento, scrivendo:

No, non sei vecchio, Roburentello: sei un po' assorto, ma sempre quello.
L'onda che lasci tu d'acqua viva rinnovi ognora chiara e giuliva
che a te regalano le alpine polle: così , per voi, Natura volle!
Mattino e sera tu porti in seno: forse per questo vivi sereno!
Tu canti e ridi tra roccia e roccia sorbendo i rivoli a goccia a goccia
per diventare, Roburentello, più che un rigagnolo, più che un[ruscello.
Per me è la sera! Fra tante rotte ne seguii una... Ed è già notte!
Sulle tue sponde, senza pensieri, fanciullo ignaro, giocavo ieri.
Sulle tue rive Di’ non mi vedi? Sono ormai vecchio, ho tardi i piedi!
Sai? Ne ho vista d'acqua passare di grandi fiumi, del vasto mare!
L'anima mia s'è fatta piena d'ansie struggenti, di immensa pena!
Ah, se potessi tornar fanciullo e in te trovare il mio trastullo!
Come una volta, per ore ed ore s'incanterebbe, di certo, il cuore.
Spesso a te vengo, con il pensiero, per riscoprire qualche mistero
rimasto oscuro nella mia mente che or scioglieria sicuramente, e sento chiaro, dolce, il tuo canto che molce i Morti nel Camposanto!
(Bella, quieta stanza dei Morti che in ansia attendon d'esser risorti!)
A tale stanza fa sentinella l'antica Torre, ferrigna e snella!
Essi. sorgendo. vedranno un giorno i loro monti intorno intorno...
Vedranno l'Alpet, di qua il Savino, là Montegrosso così vicino,
e, voce amica, sotto il Castello, te sentiranno, Roburentello!
Poi nell'attesa del grande volo
verso un innumero, beato stuolo, avrà ciascuno, commosso e muto, per te l'estremo, caldo saluto
« Addio diranno monti e torrente, chiesetta amica, casa ridente! »
e dall'aereo, retto sentiero, l'addio daranno al cimitero
da mura inutili ormai recinto
che per la scritta: « La Vita ha vinto! »
Cala la sera, Roburentello,
ma il mio, confesso, fu un viver bello.

Tristi vicissitudini di salute non hanno consentito a mio fratello di focalizzare qualche altro ricordo su Roburent e il Roburentello.
A Lui va un grazie sentito per avere autorizzato la presente pubblicazione con l'augurio d'un superamento del presente disagio come con viene ad un Alpino che ha alle sue spalle le traversie di tre fronti di guerra: l'Occidentale, il Greco Albanese ed il Russo!

SEVERINO BELLINO
Rivista “Savin” - Roburent, 1 ottobre 1983.