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Transazione Cordero e Comunità



Transazione fra Donato Cordero e la Comunita' di Roburent
Maestro Sevcerino Bellino - Rivista Savin – anno 1982

Una seria e curiosa controversia, tra la Comunità di Roburent ed il suo Conte Marchese di Pamparato DONATO CORDERO, si accese nella primavera 1789.
Succeduto al padre G. B. FELICE nella giurisdizione e proprietà sul FEUDO roburentese nel 1788, non tardò a manifestare velleità di rafforzarne la potenza feudale.
Magnanimi o assenti, nessuno aveva mai impedito, uso od abuso che fosse, l'accesso al solatio sito dei Castello, ormai distrutto da oltre cent' anni, ai Roburentesi. Dove trovare una località più idonea per sciorinare le lenzuola di canapa, odoranti ancora di ranno? Dove si offriva un posto più adatto ed arioso per lavorare la canapa, con lo « smapaó » prima e con la gramola poi, dei liberi spiazzi rocciosi sotto la « TORRE »? La lucida rista ottenuta, filata « more antiquo » con la conocchia ed il fuso, conservava tanto soie tra i suoi fili!
Nessuno, fino all'avvento di DONATO, aveva proibito l'accesso al « franco allodio » a uomini ed animali (pecore e capre).;. ed ora, coi nuovo Signore, ecco le grane, le rampogne, le minacce da parte dei nerboruto «camparo». 1 «paesani» dovevano scordare antiche consuetudini, se mai ci fossero state!
Ma come resistere al richiamo di tanto sole sul cocuzzolo luminoso proibito e così accessibile? Come non accogliere l'invito della «TORRE» che, se anche sbrecciata, s'ergeva in segno di amicizia e non di dominio, senza incontrare le ire del l'onnipresente « camparo »? La « TORRE » da quando sorse in secoli ancora bui tra il 1040 ed i 1 1118 aveva sempre esercitato una singolare attrazione per tutti ed ancora adesso aveva storie e leggende da raccontare.
Non c'era altra via, per la COMUNITA', che ricorrere al Magistrato del la Regia Camera di Torino per ottenere lettere di citazione per il Conte. Ciò fece il Consiglio comunale l'11 maggio 1789, esponendo i motivi già noti al Conte DONATO... « Da tempo immemorabile trovarsi la Comunità nel pacifico possesso di godere, in libero e franco allodio, CINOUECENTOQUARANTASEI tavole di sito in regione CASTELLO per l'acconciatura dei canape, per distendere la lingeria, per le funzioni delle Rogazioni e Processioni, e per escavar pietra e calce... ».
Il CONTE, citato in causa, replica dicendo... E' un abuso! La località è sempre stata indicata nelle varie infeudazioni: ai MOROZZO, ai DELLA TORRE, ai BONARDO MONGARDA, ai MUSSO e, da ultimo, alla Famiglia CORDERO... come terreni feudali ».
Mentre dura il contrasto il camparo è là, solerte, a difendere le pretese dei Conte.
Non si capisce proprio perché di sia tanta volontà d'impedire l'uso d'un sito che altro non era che un ammasso roccioso e senza reddito!
La contesa minaccia di adire, dopo la Regia Camera, anche quello dei Conti con spese, per le parti, raddoppiate e cospicue!
Forse è meglio un'amichevole transazione, definendo quanto sia di stretto dominio feudale e quanto possa, invece, essere usato in franco allodio dalla Comunità.
Il Magistrato, fiutata la possibilità d'un arrangiamento tra le parti, suggerisce di ridurre tutto a strumento notarile con ampia descrizione e tipi dì frazionamento della località contesa, incaricando di eseguire le rilevazioni il misuratore GIOVANNI PIETRO GALLIANO che nel 1794 si distinguerà nel contenere i francesi sul ridotto del SAVIN.
Il tipo di frazionamento fu allegato all'atto di transazione ed inviato, in copia, all'archivio della Regia Camera. Qualche fortunato ricercatore di memorie, trovandolo, potrebbe facilmente stabilire il punto esatto dove sorgeva il Castello... Punto di riferimento è la « ROCCA BATTAGLIERA », l'ultima, in basso, delle rocce digradanti dalla « TORRE », tutta ricoperta di edera.
L'essenziale di tutta la surriferita contesa è stato il riconoscimento alla Comunità ad tiri « franco allodio » e riconfermata altra area al Conte « feudale » come da Lui pretesa!
L'accordo raggiunto il 7 febbraio 1793 ebbe breve durata. Abolite le feudalità ed i titoli nobiliari tutta la località contesa veniva dichiarata « BENE COMUNE » per sentenza della Regia Camera, il 22 maggio 1797.
Dieci anni dopo, su parte dei terreno oggetto della controversia, si costruirà il cimitero, come da editto di Napoleone di Saint Cloud del 23 Pratile 1804...

Roburent, 3/11/1982
M: Severino BELLINO