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Un secolo di vicende feudali



UN SECOLO DI VICENDE FEUDALI A ROBURENT 1664 1771
Maestro Severino Bellino – Rivista Savin – Roburent, anno 1981

Li 22 aprile 1664, il Capitano Giovanni Antonio Della Torre fu Giacomo vende il Castello, con le sue varie pertinenze e dipendenze (terre, molini, forni, pedaggi) al Signor Bartolomeo Musso, che ne verrà infeudato il 14 settembre 1666.
Al Signor Bartolomeo, passato a miglior vita nell'anno 1670, succede il primogenito Siro che, alcuni anni dopo, il 29 dicembre 1681, denuncia di possedere il Castello “ rovinato e distrutto".
Verosimilmente le truppe ducali di Don Gabriele dì Savoia trovarono, in loco, qualche resistenza, mentre risalivano la vallata del Roburentello per aggirare Montaldo, irriducibile oppositore alla gabella sul sale. Conseguenza immediata fu la distruzione dei castello e la sbrecciatura della Torre che ostentò poi per tre secoli, fino all'autunno dei 1980,
Nel 1701 Carlo Antonio succede al fratello Siro che non aveva figli maschi, ma solo quattro femmine: Delia Maria, Maria Maddalena, Anna Maria e Giulia. Nel 1734 e due anni appresso, nel 1736, sempre per provvedere di adeguata dote le sei figlie (Angela Maria Caterina Anna Maria Lucia Sebastiana Anna Maria e Maddalena) Carlo Antonio ottiene Regie Patenti per l'alienazione del feudo non avendo beni allodiali di sorta in un sol contratto e per la somma di lire 6.000 tale da consentire una dote di lire 1.000 a ciascuna di esse.
Intanto già fin dal 18 febbraio 1724 il Marchese Clemente Antonio Cordero di Pamparato aveva avuto dal Re il titolo Comitale di Roburent e la sua giurisdizione.
A quell'anno già risalgono ì bandì campestri dati dal Conte. Alla morte di Carlo Antonio, avvenuta nel 1744, la questione "doti" è ancora in alto mare, né la condurrà in porto l'unico figlio maschio fattosi prete Don Giuseppe Bartolomeo nei venti anni successivi. Egli mancò ai vivi l'anno dei signore 1764. Le quattro sorelle superstiti e i due nipoti, Angela Galliano e Avvocato Giuseppe Regis figli rispettivamente di Angela e Maria Catterina, designati eredi dal fratello e zio sacerdote, brigarono perché si desse esecuzione alle Regie Patenti dei 1736, alquanto contestate dalle cugine che reclamavano metà l'asse ereditario.
Trovato l'acquirente nel Signor Commendatore Giovanni Battista Felice Cordero, Marchese di Pamparato, succeduto al padre Clemente Antonio Cordero nel titolo comitale e giurisdizionale su Roburent fin dal 3 dicembre 1762, a lui per una somma inferiore a quella indicata nelle Patenti del 1736, convenendo le parti, il castello con le solite sue dipendenze feudali fu ceduto, con atto notarile dei 9 novembre 1770 e al prezzo di lire 5.935 da venti soldi l'una, pari a 989 lire, soldi 3, denari 4 a ciascun erede.
Dodici denari facevano un soldo: venti soldi facevano una lira).
L'anno successivo, il 12 agosto 1771, Giovanni Battista Felice Cordero, succeduto al padre, come sopra detto, nel titolo e giurisdizione, riceverà la completa investitura sui Feudo Roburentese fino al 1788, quando gli subentrerà il figlio Donato, fino all'abolizione delle feudalità e dei titoli relativi con l'occupazione francese dei Piemonte.

Roburent, 23 novembre 1981
Severino Armando Bellino