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Roburent dalle origini al 1400



Roburent dalle origini al 1400
Maestro Severino Bellino ( Dalla rivista SAVIN – Roburent - Maggio 1984)

Al sorgere dei Comuni, a partire dal secolo XI, Roburent era sicuramente un'entità non trascurabile. Già nel 1118 in un atto di donazione, ai Vicesi, del bosco situato tra il Corsaglia e l'Ermena, da parte del Vescovo di Asti Landolfo, tra una decina di altri, è citato un teste roburentese: Furcherio o Furcherido, persona certamente di riguardo e nota.
In quel periodo forse era già iniziato il lavoro di costruzione del Castello e della sovrastante Torre. Sette lustri dopo, infatti, nella bolla papale dì Eugenio 111 (1153), Roburent è indicato come località avente un castello.
Nel 1172 Roburent, affiancato da Montaldo, è in fiera lite con Vico per il possesso del «Bosco Nero» che assegnato a Roburent dal marchese di Ceva, passò, invece, ai Vicesi per intervento del Vescovo Guglielmo di Asù, il quale si appellò al giudice Grasso di Bressanone, consigliere di Federico il Barbarossa. La lite durò fino al 1186.
Verso il 1180 pare che già dominassero nella vallata i Della Torre, Signori di Carassone e Consignori di San Michele. Della casata si è parlato nel N. 7 del « SAVIN ».
Nel 1210 i Roburentesi, unitamente ai Mondoviti, stringono alleanza con il marchese di Saluzzo, Manfredi II. L'alleanza durò poco essendo andata distrutta Mondovì che l'aveva patrocinata. Nel 1132 Mondovì, riedificata, stringe nuovi patti con il Vescovo Giacomo di Asti e non si sa con quale veste concedesse al Vescovo medesimo speciali diritti su Roburent che pure ha a signori feudali i Morozzo. Da una sentenza del Vescovo di Asti dei 1234 si può tuttavia arguire che Mondovì avesse particolari diritti su Roburent, sebbene sia ancora il Morozzo che fa omaggio del feudo a Oberto II Catena.
Due anni dopo il Castello difeso da un piccolo presidio, è nuovamente preso dai Mondovìti guidati dal Bressano.
signoria monregalese dura parecchi anni tanto che nel 1251 il Vescovo di Asti rivendica ancora i suoi diritti sul feudo che poi è posseduto dal Bressano a cui è tolto dalla pace conclusa nel Castello di Torre in quell'anno e restituito al dominio del Vescovo.

Nel 1260 il Vescovo Corrado dei conti di Coccolato, nomina in Roburent un castellano e vieta la costruzione di molini, opifici e forni. Si affaccia sulla scena, ben presto, Carlo D'Angiò che domina fino al 1275, pur alternandosi sul Paese la signoria dei Vescovi di Asti.
Nel 1291 ha fine una lite con Mondovì, iniziata nel 1284, per i confini e viene rinnovata l'alleanza con la Città.
Durante la guerra tra marchesi di Ceva, accesasi nel 1293, si arguisce che Roburent fosse passato sotto la signoria di Giorgio detto il Nano, se al concludersi della pace, il 25 giugno 1297, la villa fu concessa a Mondovì con molte altre. Gli Angioini riebbero queste terre per il trattato di Alba il 21 febbraio 1304, ma il Vescovo di Asti conservò i suoi diritti su Roburent con molti poteri, né tale stato di cose si modificò sotto Roberto D'Angiò.
Le vicende politiche che vanno dal 1347 al 1396, durante le quali si alternarono nelle signorie locali Angioini,
Visconti, Monferrato Orleans e Acaja, non influirono molto sulla vita roburentese che continuò a svolgersi secondo schemi codificati ormai da secolari tradizioni e che verranno ristretti od ampliati dai Bandi Campestri.

SEVERINO BELLINO Roburent, 31 maggio 1984