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Una spinta alla Parrocchiale dalla peste



ROBURENT:UNA SPINTA ALLA PARROCCHIALE ..DALLA PESTE
Severino Bellino – Rivista Savin – anno 1982

Una discreta somma di denaro L. 1193 e dieci soldi venne rimborsata alla Comunità di Roburent, nella primavera dei 1723, dal Tesoriere di S. M.R. Vittorio Amedeo I I.
Era la somma spesa dalla Comunità nel servizio di guardia per la "conservazione della Sanità! .
Tre anni prima voci allarmate di una possibile diffusione della peste, nel basso Piemonte dalle vicine Riviere, misero in subbuglio Autorità e popolazioni. Tutti ne parlavano con timore memori dei contagio dei 1699 se non ancora di quello più grave dei 1630, di manzoniana memoria.
Sulla scorta delle provvidenze, adottate altre volte, l'Autorità Sanitaria corse ai ripari, bloccando, prima di tutto, le vie d'accesso al giovane Regno di Sardegna!
Ai dispositivi dei Governo, ciascuno adottava quelle misure ritenute protettive: portando al collo sacchetti di polveri di salamandre e rospi disseccati e profumi di erbe aromatiche; annusando limoni e aceto; ricorrendo con devota fiducia al l'intercessione di San Rocco...
I medici, impotenti di fronte al malanno, prescrivono innocue ricette a base di "timor di Dio fiori di costanza foglie di sapienza e verecondia".
Alle prime avvisaglie dei nuovo flagello della peste il Magistrato di Sanità di Mondovì Signor Rousseau, ordinò a Roburent, a far data dal 7 agosto 1720, di provvedere al servizio di un Corpo di Guardia, presso la Cappella di San Giacomo, nella località Pianfei.
Il Corpo di Guardia, formato da quattro uomini, aveva il compito di vigilare sulla strada proveniente dalla Riviera e Contea di Nizza. Dopo appena quattro giorni venne sostituito da uomini di Montaldo e trasferito al Capoluogo nei pressi della Cappella di San Bernardo (ora completamente rovinata). Qui vigilava sulla "Via dei Colletto che "porta a Serra Pamparato Garessio Mare" ".
Agli uomini di guardia dovevasi corrispondere un compenso di SETTE soldi ai giorno a San Giacomo e CINQUE SOLDI al Capoluogo, in aggiunta al vitto, all'alloggio, all'olio per l'illuminazione e alle munizioni da guerra...
Le guardie di Montaldo a San Giacomo alloggiavano in una casa privata per la quale si corrispose un fitto di dieci soldi per tutto il periodo di oltre quattrocento giorni; a San Bernardo si costruì un apposito capannone, costato 12 lire.
Gli uomini di servizio venivano avvicendati giornalmente con un preavviso portato dall'inserviente della Comunità, certo Sig. Amendola.
Abbondanti nevicate nel dicembre 1720 provocarono il crollo dei capannone a San Bernardo. Gli uomini furono allora trasferiti all'ingresso dei Paese nei pressi della Cappella di San Pietro (abbattuta nel 1975) "stante la gran quantità di nevi e rigori dei freddo.
Ivi resteranno fino al Primo maggio 1721 quando potranno far ritorno a San Bernardo, dove, intanto, si era ricostruito un nuovo ricovero con pietre e fango "per liberar le guardie dalle ingiurie dei tempo.
I due corpi di guardia furono sospesi il 16 settembre 1721 per fine servizio essendosi ormai allontanato il pericolo di contagio.
Precauzionalmente il 21 settembre venne ostruita “con tagliate” la strada sopra Pianfei, detta della Navonera, conforme l'ordine dei Conte SARTORIS, allora Comandante di Mondovì e Provincia.
L'intero ammontare delle spese Lire 1193 e soldi dieci "graziosamente abbonato come sopra detto "d'accordo con li particolari che montarono di guardia", fu devoluto alla "fabbrica della nuova parrocchiale" e trascritto in un conto speciale,
La rinuncia al compenso non dovette risultare molto penoso, stante il limitato numero di giorni di servizio, prestato da tutti gli uomini validi, a turno.
Così un evento doloroso, come la peste, consentì alla Comunità di avere quasi la somma necessaria per i lavori della Chiesa "SU DISEGNO FATTO DA MONSIEUR GALLO!".

Roburent, 8 settembre 1982
Severino BELLINO