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Guerra del sale



LA GUERRA DEL SALE

Alle prime avvisaglie della cosiddetta "GUERRA DEL SALE" Roburent se ne stette alquanto in disparte, né ebbe a subire molestie dalle truppe di Don Gabriele di Savoia, figlio illegittimo del Duca Carlo Emanuele I, il quale si apprestava a muovere, il 23 giugno 1681 contro Montaldo, che resisteva strenuamente, passando per Pianfei (ora San Giacomo) dopo aver rusalito la vallata del Roburentello.
Il malcontento però serpeggiava anche a Roburent e le notizie delle angherie, dei soprusi, e delle violenze, dei saccheggi e delle stragi di cui erano teatro Montaldo, Monastero, Vico, Mondovì, e Frabosa e più ancora la DISTRUZIONE DEL CASTELLO avvenuta senza apparente motivo, finirono per attirare anche i Roburentesi nel numero degli oppositori alla gabella del sale.
Si diede pubblicamente alle fiamme l’ editto del sale (febbraio1682) e si fecero gravi minacce al sindaco se ne avesse fatto parola.
Si mandarono schiere in aiuto ai Vicesi, a turno con Montaldo e Frabosa. Tanta fiera resistenza finì per giovare ai montanari, perché il 5 aprile 1682 il Duca Vittorio Amedeo II riconobbe molti degli antichi privilegi ai comuni del monregalese.
Il 27 aprile 1682, come conseguenza di tale avvenimento, Roburent si riunì a Mondovì, firmandosi un atto che era già stato steso fin dal 1641.
In quel tempo erano tornati gli antichi feudatari; i Della Torre. Uno di essi, il il capitano Antonio Della Torre, succeduto al padre Giacomo, vende il 21 maggio 1684, con regolare strumento, il feudo al Sig. Bartolomeo Musso fu Siro che fu anche "sindaco" della comunità nel 1667.
Il 29 dicembre 1681 il Sig. Musso fa consegna di possedere il Castello "rovinato e distrutto", con tutti i diritti feudali ed allodiali acquistati dal padre Bartolomeo.
Il ricordo delle recenti sollevazioni teneva tuttavia gli animi disposti alla violenza e se ne usarono nel dicembre 1682 contro il signor Promis, salnista, incendiando le sue case e sostanze, come dicevano, per vendetta.
Nell’aprile 1690, richiesto di nuovi soldati e delle spese per armarli, Roburent si levò a tumulto. Furono distrutte le case dei Regis, ai Garié, e dispersi i soldati venuti per il buon ordine.
Il corno della rivolta fece sentire per la valle la sua eco cui risposero tutti i comini vicini, eccetto Vico e Briaglia.
I ribelli si accamparono al Santuario e al Bricchetto, ove furono sorpresi in pochi dalle milizie ducali e costretti alla fuga, dopo aver ucciso un ufficiale del Duca.
la subita venuta a Mondovì di Vittorio Amedeo II troncò l’insurrezione.
Essendo poi il Duca entrato nella lega di Augusta , i Francesi invasero il Piemonte ed iniziò la disastrosa guerra che terminò solo nel 1697, con la pace di Ryswyk.
La maggioranza accettava ormai la gabella del sale, nondimeno i dissidenti erano ancora numerosi. La repressione violenta riaccese la rivolta.
il 19 novembre 1698 cento sedizioni partirono da Roburent passando per Montaldo, monastero, San Michele, Diretti a Vico. Al Santuario si unirono alla colonna altri turbolenti e si spinsero fino a Fiamenga, Briaglia e Bastia.
Giunti nuovi rinforzi dalle Frabose, sul finire di dicembre scoppiarono i disordini. La repressione non potè tardare.
Venne questa affidata a Claudio di Hallot, Signore di Des Hajes, il quale travolse nel castigo buoni e malvagi con cieca efferatezza.
Roburent prontamente soccorsa di soldati non ebbe a soffrire molto in quel primo momento. Ma nel gennaio 1699 si ravviva il malcontento e le schiere dei ribelli, spinte anche dalla fame per gli scarsi raccolti, si dirigono alla piana.
Nella notte dell’ 11gennaio molte case sono date alle fiamme e quei sinistri bagliori che si vedono da lontano, nell’ oscurità della notte, eccitano vieppiù gli animi.
La repressione si fa feroce da parte del Des Hajes. Roburent é ancora salva da tanta ira, mentre sorte ben più misera toccò a Montaldo dove rimasero in piedi soltanto 4 case. Le sue QUATTROCENTOCINQUANTA famiglie furono deportate nel Vercellese.
Con queste notizie poco allegre, si chiudeva il secolo diciassettesimo.